Argia di Donato

Lo specchio

by on gen.08, 2010, under blog

Oggi cara amica mi hai parlato. Ho sentito nella tua voce il suono della tristezza e visto nei tuoi occhi  la consapevolezza dell’amarezza. Mi hai confessato di sentirti sola ed abbandonata e, pur se circondata da tanta gente,  mi hai detto di percepire la pesantezza del silenzio del mondo. Il silenzio del mondo. Un blocco di granito scuro e freddo e pesante sul tuo cuore, hai asserito. Ho tentato di farti ridere ma una smorfia sottile di amarezza ha deformato la tua bocca. Fuggire, sì fuggire. È l’unica cosa che voglio, mi hai ripetuto. Per essere libera da tanto dolore.

 Ho preso uno specchio e ti ho chiesto di osservarti attraverso esso. Non vedo nulla, mi hai sussurrato. Solo una figura triste e scialba come una stella che ha perso la sua luce. Ho dimenticato cosa voglia dire sentirsi bella, hai affermato. E poi hai pianto.

Ho ascoltato le tue lacrime, una ad una, e ti ho stretta forte al petto in modo che il tuo cuore potesse sentire i battiti, veloci, del mio. Avrei voluto urlarti che la vita è un dono. Avrei voluto ricordarti che l’amore è un miracolo. Avrei voluto parlarti della magnificenza dei colori del cielo, della saggezza degli alberi, della forza delle montagne. Avrei voluto raccontarti dei percorsi dello spirito, dei viaggi dell’anima. E che vi è un tempo giusto per ogni cosa.  Avrei voluto rivelarti che la bellezza è solo nei tuoi occhi e non fuori da essi. Avrei voluto ribadirti che la felicità non è un obiettivo da realizzare, una meta da raggiungere, un premio per essersi comportati bene. Avrei voluto narrarti che le tue lacrime sono doni divini, testimoni del sentire della tua anima, messaggeri della tua pena.  Avrei voluto dirti che non occorre fuggire dal tuo dolore ma accettarlo e guardarlo con occhi diversi. Avrei voluto rassicurarti sui tuoi pensieri ballerini, dondolanti sull’altalena del tuo umore. Ma ho taciuto.

 Poi ho guardato lo specchio, abbandonato di fianco a noi. Ho visto la mia immagine riflessa in esso. E mi sono accorta delle mie lacrime. Lacrime leggere ed evanescenti sono corse lungo le mie guancie percorrendo la mia pelle centimetro a centimetro. Rifulgevano come perle immacolate. Una stretta ha piegato, spezzando in due il mio cuore.  

Se potessi donarti una metà del mio cuore. Perché la tua agonia possa placarsi. Perché la tua anima possa sentirti non più separata dal tutto. Perché tu possa sentirmi vicina quanto io ti sento vicina adesso.

Siamo vive. Siamo vicine. Siamo immagini distinte della stessa anima ad uno specchio.

specchio

No comments for this entry yet...

Leave a Reply

Cerchi qualcosa?

Scrivi qui per cercare nel sito:

Non hai trovato quello che cercavi? Lascia un messaggio sul sito!

work in progress…

questo sito è in fase di evoluzione. Cambierà ancora, e forse non sarà mai definitivo... mai sempre lo stesso... ! Perciò torna a trovarmi spesso!