Argia di Donato

ANIMA AZZURRA


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Il link alle foto della presentazione di Anima azzurra del 22 dicembre 2011 presso Palazzo Alabardieri di Napoli

 il video

Le recensioni

La recensione di Elena Varriale

Napoli, l’incanto della realtà

E’ nel cuore pulsante di Napoli, nel labirinto dei vicoli dei Quartieri Spagnoli che si snoda la trama di “Anima azzurra”, il romanzo della giovane scrittrice partenopea Argia Di Donato, in uscita per Photocity Edizioni.

Anima azzurra è una favola post-moderna che sovrappone alla realtà, l’incanto della fiaba. Alla parola, le bellissime illustrazioni di Mirella Menciassi. E non è un caso che i protagonisti siano dei bambini già adolescenti come Cesco ed Antonio ‘OBotto, cresciuti e vissuti per strada a contatto con il degrado della pietra e la violenza dei corpi. Loro sono segnati da un destino di non speranza: “Perché i sogni non possono mai trasformarsi in realtà? Perché le cose non vanno come noi vorremmo?” si chiede il piccolo Antonio. Eppure, nel dedalo di vicoli e di sofferenza aleggia un sogno che unisce e redime tutti: il tifo per la squadra del cuore, il Napoli che può finalmente entrare nella Champions League e riscattare un’intera città.

“Il Napoli” scrive l’autrice “è l’unica cosa bella che esiste, l’unica vera ragione per credere in qualcosa, l’unico momento dove tutti, invece di sputarsi in faccia come fanno al solito, si abbracciano e ridono e piangono per lo stesso motivo”.

La passione per il calcio, dunque, ma anche per Romilda, una ragazzina costretta sulla sedia a rotelle, eterea come una fata e dolce come un sogno. Romilda è l’altra Napoli, quella di Posillipo, quella che si specchia nel mare e nella bellezza del golfo. Ma Romilda è anche il dolore del corpo costretto su una sedia a rotelle a cui si aggiunge la perdita precoce della mamma ed un padre in perenne assenza per viaggi. Un dolore che Romilda ha saputo interiorizzare, superare e sublimare nel sorriso e nel dono. Lei è la fata che conquista tutti e portarla al San Paolo diventa un obiettivo fondamentale dei piccoli scugnizzi. C’è infine anche la strega o la maga, mamma Rosalia che in un umido basso dispensa filtri d’amore, riti propiziatori ed illusioni divinatorie. La Napoli raccontata da Argia Di Donato è dunque una città alla ricerca del riscatto, una città che non si arrende, che sogna e spera. E’ la Sirena Partenope che vuole ancora incantare.

Elena Varriale - poetessa – scrittrice

(clicca sull’immagine per leggerla)

La recensione di Domenico Raio

Amare Napoli come il Napoli

La vicenda della squadra di calcio del Napoli, che nel giro di pochi anni è ascesa dalla serie C alla Champions League, somiglia molto a una favola, il genere letterario forse a lei più congeniale nella prima fase della sua carriera di autrice, ma in “Anima azzurra” Argia Di Donato riesce a narrare, su due diversi livelli, ma assolutamente paralleli, la storia più recente della compagine partenopea e la storia di un gruppo di ragazzi napoletani parimenti impegnati in un percorso di riscatto, anche se di natura sociale ed umano.
Su un piano più puramente simbolico la rivincita sportiva del Napoli, come il raggiungimento dei loro obiettivi di vita, da parte dei giovani tifosi, rappresentano il desiderio di riscossa di una città da troppo tempo bistrattata, ma che conserva ancora capacità umane che, se impiegate in un progetto costruttivo, possono riservare all’antica capitale europea immense soddisfazioni come quelle colte dalla squadra napoletana in campo calcistico. Per questo il testo di Argia Di Donato assume un significato altamente pedagogico e potrebbe risultare particolarmente indicato per essere adottato nelle scuole, sin dalla prima media, quale opera di narrativa.
È una storia che appassionerà i tifosi per farci rivivere i momenti più emozionanti di un campionato strepitoso per i colori azzurri, ma che affascinerà anche ragazzi e ragazze per come gli appuntamenti calcistici s’incrociano con le vicende quotidiane di questi giovanissimi fan e delle relative famiglie. Senza mai scadere nei luoghi comuni, e con molta delicatezza narrativa, l’autrice riproduce ambienti ed atmosfere napoletane lasciando sempre intravedere una speranza, una soluzione possibile anche nelle situazioni più problematiche che caratterizzano la metropoli: “Il sole è alto nel cielo di Napoli e le nuvole pazzerelle corrono sospinte dal vento.” È il vento che spazzerà i mali e riporterà la città di Napoli in Europa proprio com’è avvenuto per la squadra del Napoli e questo non dev’essere una favola, ma una realtà possibile. Basterebbe amare Napoli come si ama il Napoli.
Domenico Raio
giornalista-scrittore

L’INTERVISTA DI MARCO TROTTA PER LACAMPANIAGIOVANE.IT

 

 Una favola tinta di azzurro

dicembre 7, 2011

A Napoli si sa, seguire il calcio è quasi ovvio come respirare o mangiare, e soprattutto essere tifosi del Napoli in questa è un qualcosa di unico, per il tifo e la passione della gente, che vede nella squadra di calcio della propria città una possibilità di riscatto sociale nei confronti dell’Italia e del mondo. Quando vince il Napoli e come se tutta la città volesse gridare: “Guardate! Napoli non è solo monnezza o camorra o pizza e mandolino, e molto altro ancora! E’ passione, è vita, è generosità, è gioia!”. Ed interpretando questa visione della città che la giovane scrittrice Argia di Donato scrive Anima Azzurra, una piccola favola, ambientata a Napoli, dove dei ragazzini n una città difficile, dove spesso si è grandi già da piccoli, credono ancora nei sogni e nella loro squadra del cuore. E l’amore e la passione per la loro squadra li porterà a vivere esperienze uniche ed ad incontrare persone che saranno fondamentali  nella loro crescita personale, come la piccola Romilda, una bambina disabile che mostrerà loro un mondo completamente diverso da quello che conoscono. E’ chiaro che, come in ogni favola, nella migliore tradizione del genere, ha l’intento di lasciare un insegnamento morale al lettore.

La scrittrice ha avuto la gentilezza a rispondere a qualche piccola nostra domanda:

CIAO ARGIA, DICCI COME NASCE LA VOGLIA DI SCRIVERE “ANIMA AZZURRA”?

Era la stagione 2004 – 2005. Non era un bel momento per il Napoli. La squadra era impantanata nella palude della serie C e il clima che si respirava non era di certo esaltante. Un caro amico e noto giornalista, Raffaele Auriemma, mi propose uno spazio sul suo giornale “Si gonfia la rete” proponendomi di scrivere un romanzo sul Napoli. Sulle prime, rimasi alquanto perplessa dell’offerta. Pur appoggiando gli azzurri non ho mai praticato il tifo scatenato; inoltre il genere letterario a me congeniale è la favola e non avevo mai scritto di sport. Non sapevo come conciliare le due cose. Raffaele insistette molto, convinto che sarebbe uscito fuori qualcosa di portentoso e così, alla ricerca di un’idea alzai gli occhi al cielo e presi a passeggiare per la nostra bellissima città. Osservai il mare ed il Vesuvio, le piazze e le vie, i quartieri e i palazzi. Il primo dei personaggi a venirmi incontro è statoCesco, il timido sognatore, e poi sono venuti tutti gli altri. Feci amicizia con loro e essi mi raccontarono le loro storie fatte di sogni e di speranze unite alla grande passione per la propria squadra del cuore.


IL ROMANZO CAVALCA L’ ENTUSIASMO CHE TUTTA LA CITTA’ DI NAPOLI HA PER LA PROPRIA SQUADRA DEL CUORE. ATTRAVERSO QUESTA FORTE PASSIONE DEI NAPOLETANI SI CATTURA LA LORO ATTENZIONE E SI POSSONO AFFRONTARE TEMI DIFFICILI COME LA DIVERSITA’, LA SOLIDARIETA’, ECC. CREDI CHE QUESTI PROBLEMI POSSANO ESSERE SUPERATI CON L’AIUTO DELLO SPORT IN UNA CITTA DIFFICILE COME NAPOLI?

Giovenale, il noto scrittore di satire romano con il suo  “mens sana in corpore sano”, esorta gli uomini ad aspirare ai due unici beni: la sanità del anima e la salute del corpo, tralasciando tutto ciò che è effimero e superfluo per lo spirito.

Senza dubbio la pratica sportiva, senza necessità di allontanarci troppo dai nostri tempi, è un momento di aggregazione con gli altri e uno strumento privilegiato per acquisire consapevolezza del proprio corpo e imparare, in tal modo, a comprendere meglio il proprio spirito. Lo sport è fondamentale e ha il potere di avvicinare tutti. E nella nostra bella città questo vale ancora di più. Può essere un canale di comunicazione preferenziale per affrontare temi che ci riguardano tutti. Napoli è una città difficile ma ricca di colore e calore, cultura e tradizione, una città contraddittoria e complessa ma al contempo, una città piena di fascino.

 

IL TUO LIBRO E’ UNA FAVOLA PER GRANDI E PICCOLI E COME TUTTE LE FAVOLE E’ PRESENTE UNA MORALE. SINCERAMENTE QUANTO BISOGNO DELLE FAVOLE IN QUESTO MONDO CINICO IN CUI VIVIAMO?

La nostra società attraversa una fase complessa, di passaggio. Oggi siamo presi talmente dal quotidiano e le sue problematiche e siamo ossessionati dallo scorrere del Tempo da non soffermarci più sui valori fondamentali, come l’amicizia, l’amore, il sogno. Gli antichi utilizzavano le favole e le fiabe per trasmettere dei precetti di etica morale alle generazioni più giovani che ne traevano materiale necessario per affrontare il presente nella maniera migliore. Attribuisco alle favole un grande merito. Sono utili per tutti. Se ci pensiamo bene, le favole non sono tanto lontane dalla nostra realtà. Vi sono i cattivi, i buoni, le avversità, i pericoli e i momenti buoni. E vi sono gli eroi che, sacrificando la propria esistenza, lottano ogni giorno offrendo la possibilità di un domani migliore e più roseo per quanti coloro non credono più
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L’INTERVISTA DEL VELINO CAMPANIA

CULTURA, ‘ANIMA AZZURRA’: IL CALCIO TRA FAVOLA E REALTÀ

Nel romanzo di Argìa di Donato gli scugnizzi realizzano i propri sogni: “A Napoli ogni vicolo racconta un angolo di magia”

anteprima

 Napoli – I colori azzurri tra favola e realtà, tra il sogno e il ricordo di ragazzi di strada. La scrittrice emergente Argìa Di Donato racconta i retroscena del suo nuovo libro “Anima Azzurra” al VELINO.

Come nasce il progetto del suo libro?
“È un romanzo che vuole raccontare un’avventura emozionante di un gruppo di ragazzini napoletani che custodiscono in sé la grande speranza di vedere la propria squadra del cuore ai vertici del calcio mondiale. Le loro vite vengono arricchite dall’incontro con una ragazzina speciale Romilda, una bambina disabile, che aprirà a loro un mondo completamente diverso”.

Come ha lavorato ai personaggi?
“Come ogni scrittrice mi piace osservare la realtà cogliendone gli aspetti più particolari: osservando la mia città con tutti i suoi volti e le sue mille sfaccettature. Ciascuno ha una personalità ben definita ed una volta creati si sono evoluti dimostrando ognuno le proprie peculiarità”.

Napoli, sullo sfondo, come viene rappresentata?
“Descrivo Napoli in tutta la sua realtà ricca di energia e colore. Le mura, le piazze i palazzi sembrano quasi seguire e interagire magicamente con le vite dei piccoli protagonisti”.

Gli scugnizzi sognavano la qualificazione per la Champions League, ora che ci siamo c’è grande fermento in città.
“In una città come la nostra, sempre più abbandonata e lasciata a se stessa, un gioco come quello del calcio assume un valore simbolico di riscatto e di autoaffermazione. Per questo, proprio ora che la squadra dopo 21 anni è di nuovo ai vertici del calcio c’è grande fermento ed esaltazione”.

Un libro che coniuga sport e beneficenza.
“Esattamente. Parte dei ricavati, ottenuti dalla vendita dei libri, saranno devoluti all’“Accademia del Remo e dello Sport”, associazione sportiva dilettantistica per disabili e all’Aquilone Coperativa sociale, impegnata da anni nel sociale a favore dei soggetti disabili. Ho ottenuto l’adesione di ‘Azzurra lex’, associazione di tifosi del Napoli nel mondo del diritto e di ‘Uniso, universo sociale onlus’, nata con l’obiettivo di promuovere e organizzare progetti che favoriscono l’inserimento sociale delle fasce più deboli ed emarginate della popolazione”.   (ilVelino/AGV)

 

 

 

La brochure

 

 

 

 

 

 

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