Argia di Donato

Il puledro e il grillo

by on gen.28, 2012, under blog

Un tempo venne al mondo un puledro dalla criniera verde come lo smeraldo ed il manto nero come la notte. Viveva assieme al suo branco che dimorava in una vasta radura ai confini di un bosco fitto e lussureggiante.

Egli, contrariamente ai cavallini della sua età non ascoltava i preziosi consigli dei membri più saggi del branco. E di spirito indomito, preferiva cavalcare da solo di giorno e di notte nitrendo felice e cantando al Sole e alla Luna. E a nulla valevano le raccomandazioni di sua madre, una grossa giovenca color del latte che lo mettevano in guardia sui pericoli del bosco. Il puledro non si spiegava le ragioni di quel timore per quegli alberi tanto alti, per cui un giorno, deciso a fare il grande salto, galoppando gagliardo, si inoltrò nella selva.

Il bosco era diverso dalla prateria, i suoni ed i colori che percepiva erano diversi. E preso dall’incanto di tutta quella bellezza, smarrì la strada. Arrivò infatti ad un bivio e cominciò a nitrire nervosamente.

Abitava quei luoghi un grilletto senza ali che trillando e saltellando, trascorreva la propria esistenza. Quando vide quel puledro che scalciava impettito aggirarsi intorno, così gli parlò:

“Buon giorno straniero, cosa ti porta in questi luoghi?”.

E quello: “Buongiorno a te, amico. Mi piace scoprire il mondo”.

“Non appartieni alla mia foresta, non hai paura di smarrire la strada?”.

“Certo che no, grillo. Una volta persa, cosa mi vieterebbe di ritrovarla?”.

“Nulla te lo vieterebbe – rispose l’insetto – come nulla vieterebbe di non trovarla mai più e perderti per sempre. Non hai paura?”.

“Un po’ – nitrì il cavallino – ma le gambe mi portano da sole e non credo sia giusto fermarle. Andrei contro me stesso”.

“Non bisogna andare contro se stessi – proseguì il grillo – Allo stesso modo non bisogna spingersi troppo oltre. Per ogni viaggio vi è sempre il suo tempo. Andare troppo veloci rischia di nuocerti. Perchè non ti fermi e torni nella tua radura? Assieme ai tuoi compagni e a tua madre? Sei molto giovane e hai ancora tanto da imparare.”

“Forse lo sono ancora ma non posso stare fermo. E come dire a te di non parlare.”

Il grillo rise per quella affermazione per nulla offeso. Comprese che quella a parlare era l’inesperienza del giovane cavallo e non il suo cuore. “Giovane puledro, colui al quale madre Natura ha donato uno spirito indomito deve stare sempre molto attento; se ad esso, infatti, non si accompagna l’umiltà, quello spirito è destinato prima o poi a soccombere. Tale qualità, infatti, è fondamentale per chiunque voglia intraprendere un viaggio difficile e pericoloso e portarlo a termine senza perdite. Fa tesoro di ciò che ti dico, poichè è detto da chi ha spezzato da solo le proprie ali a causa dell’inesperienza”.

Detto ciò saltò via e scomparve, lasciando il giovane puledro pensieroso dinanzi quel bivio.

 

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