Ieri sera ho assistito alla presentazione di “Ciao Bambino” film di esordio del talentuoso regista napoletano Edgardo Pistone, da oggi in tutte le sale cinematografiche. Mi sono approcciata alla pellicola senza nessun tipo di aspettativa, avevo già visto Edgardo un paio di volte tra amici, e dalla prima impressione mi era già apparso un ragazzo riservato, dagli occhi stretti, come quelli di chi conosce le dinamiche che legano gli eventi della Vita alle vicissitudini umane.
Il film di Pistone (sceneggiatura di Edgardo Pistone, Ivan Ferone) arriva come un pugno nello stomaco, alternando in un “Tempo non tempo”, scene crude di vissuti surreali alla delicatezza del sentimento vero, palpabile, evocativo. Non amo particolarmente il cinema contemporaneo italiano, non mi emoziona spesso e più di tanto, eppure questo film, semplice e sapiente allo stesso tempo, mi ha restituito emozioni variegate e contraddittorie. E mi ha profondamente commossa. Per il finale preventivato ma in ogni caso non scontato. Il tutto, armonicamente incastonato nella straordinaria cornice musicale di Francesco Cerasi, carezza sonora mai preponderante rispetto alla fotografia, bellissima a mio avviso, a cura di Marco Carosi.

Attilio (Marco Adamo), ragazzo del Rione, tutto occhi e dolore, tra salsedine e afa, attraverso la conoscenza con Anastasia, giovane prostituta, scoprirà l’amore che lo trasformerà in un uomo. Un rito di iniziazione “nudo e crudo” in piena regola, ma raccontato con estrema cura dal giovane regista che dimostra di conoscere appieno i moti dell’umano sentire, in ogni propria sfaccettatura.
Ho apprezzato particolarmente la scelta del colore della pellicola. Il film, interamente bianco e nero, ci rinvia a quel dualismo proprio dell’umanità che deve essere, ed oggi più che mai, rivisto e superato: giusto e sbagliato, bene e male, bello e brutto, limitano la visione delle cose, insistendo su antiche credenze che vanno demolite. Se si vuol crescere davvero.
Perché non può essere tutto o bianco o nero. O tutto bello o brutto. E un ragazzo non può essere buono o cattivo, e luce e ombra possono coesistere assieme nella stessa individualità e, con la scelta, possono acquisire un senso preciso e definire i contorni del destino di un uomo. Il tema della scelta, vero e proprio portale, respira durante tutto il film, ponendoci costantemente di fronte al dubbio e all’incertezza, il cui superamento dà origine al coraggio che fa la vera differenza tra gli uomini.
È la scelta di Attilio che ci redarguisce, ricordando la necessità del coraggio per vivere davvero e l’importanza dell’amore per diventare invincibili. Come lo diventa Attilio, il più dolce degli eroi che compie le sue gesta come solo un vero eroe sa fare: appassionando tutti con la sua incredibile avventura che lo renderà stella immortale nel firmamento dell’eternità.
“Ciao bambino”, viaggio dell’eroe attraverso la selva e l’oceano intricato di pericoli e fascinazioni illusorie, é un caleidoscopio che ci restituisce tutto l’amore che permea il nostro Mondo, al di là di degrado, incuria, illegalità e malaffare, indifferenza e assenza.
E per questo sento di dover rivolgere un ringraziamento sincero ed appassionato ad Edgardo con tutto il cast (gli attori davvero straordinari) per avercelo ricordato. Ritengo che questo film dovrebbe essere proiettato all’interno di tutte le scuole affinché le nostre giovani generazioni, sempre più prive di Maestri, esempi ed eroi, possano lasciarsi travolgere dal coraggio di Attilio.
E fondare ogni propria scelta sull’amore.
Perché l’amore vince.
Su tutto.
Compresa la morte.
Commenti recenti